L’olio di Cbd inserito nella tabella delle sostanze stupefacenti: ecco perché e cosa cambia
Per fortuna il tentativo di boicottare questo settore non è andato a buon fine. Il Ministro ci ripensa
Questa che segue è una notizia che non avremmo mai voluto dare qui sul nostro portale, ma purtroppo dobbiamo renderne conto: l’olio di Cbd è stato inserito dal ministero della Salute all’interno dell’elenco delle sostanze stupefacenti.
Perché è accaduto questo e cosa cambia ora nell’utilizzo del Cbd? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Il Decreto è in vigore dal 15 ottobre 2020
Questi i fatti: lo scorso 1 ottobre in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un decreto del ministero della Salute che sarebbe entrato in vigore due settimane dopo, cioè giovedì 15 ottobre. Ed è stato proprio così. Il decreto ha a che fare con un aggiornamento dell’elenco delle sostanze considerate stupefacenti e psicotrope dalla legge italiana.
Le nostre infiorescenze
Nella cannabis legale il livello di THC, la sostanza psicotropa, è sotto lo 0,6% come previsto dalle Leggi. Il pregio è che dà un effetto rilassante senza creare dipendenza.
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Lemon CBD 9%
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Cannatonic CBD 10%
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All’interno dell’elenco, oltre al già conosciuto Thc (tetraidrocannabinolo), di cui abbiamo parlato diverse volte sul nostro sito, viene inserito anche, a sorpresa, il Cbd. Ecco le parole esatte: “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis”. In poche parole, e trasferite alle azioni, dal 30 ottobre la vendita di prodotti a base di olio di Cbd diventa vietata ed illegale, perchè viene equiparata a spaccio di stupefacenti.
Perché l’emanazione di questo decreto: le motivazioni
Specifichiamo che nel decreto il Cbd viene inserito nella tabella dei “medicinali a base di sostanze attive stupefacenti”. Questo perché l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, sta pensando di autorizzare la commercializzazione di un farmaco che contiene proprio cannabidiolo, già a sua volta autorizzato dall’Ema (European Medicines Agency).
Quali saranno le conseguenze di questo provvedimento
La conseguenza principale sarà quella che a partire da novembre tutti i prodotti a base di olio di Cbd saranno illegali, e quindi non potranno essere venduti. Tutto questo potrebbe significare un vero e proprio crollo di un settore, quello dei negozi di cannabis light, che supportano un mercato che solo in Italia, a detta di stime statistiche considerevoli, vale circa 150 milioni di euro.
Ricordiamo inoltre che il Cbd non ha assolutamente effetti psicotropi, e lo hanno stabilito moltissimi studi provenienti da tutte le Università del mondo, tra cui diversi pubblicati dalla National Library Medicine (li trovi qui). Ora tutto dipende dall’interpretazione normativa del decreto, che potrà essere restrittiva o estensiva. Nel primo caso l’illegalità resterà limitata al solo olio di Cbd, nel secondo potrebbe riguardare anche le infiorescenze, che si basano proprio su questo principio attivo, e di prodotti alimentari. L’unica cosa che si potrebbe continuare a vendere saranno i prodotti tessili.
Il nostro commento e pensiero al riguardo
Preso atto di quanto accaduto, ed ovviamente rispettando la legge, vogliamo però sottoporre all’attenzione di chi ci legge il nostro pensiero ed i nostri commenti su questo provvedimento.
Non avendo ben chiaro il perché si sia deciso di inserire in un elenco di stupefacenti una sostanza che stupefacente non è, ci chiediamo se non fosse stato più semplice equiparare il cbd ad un farmaco vendibile anche senza ricetta medica (come si fa nelle parafarmacie, ad esempio). Questo anche alla luce di quanto l’Aifa sta facendo, per autorizzare la commercializzazione di un farmaco contenente cannabidiolo.
In un periodo come questo, in cui l’economia mondiale è funestata dall’impatto di una gestione drammatica per la diffusione di un virus, non è parso azzardato mettere in ginocchio uno dei pochi settori che ancora stava riuscendo a farcela?
All’interno di un ministero che sembrava aver intrapreso una strada piuttosto liberale e aperta, questa decisione non può essere interpretata come una retrocessione nella libertà?
Sono spunti su cui riflettere. Noi di Cbd cristalli vi terremo comunque sempre aggiornati su tutte le altre novità e gli sviluppi di questa vicenda.
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Laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera, mi occupo di comunicazione visiva e digital marketing da oltre vent’anni. Segua progetti web personali e di clienti che operano in diversi campi. Per portare avanti una corretta informazione sulla cannabis e sui prodotti che ne derivano, ho creato “A tutta Canapa”, sito web di divulgazione con e-commerce che oggi è diventato anche luogo di scambio e confronto. Contattami
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