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L’Onu rimuove la cannabis dalla tabella delle sostanze pericolose: cosa cambia ora?

Ha fatto notizia nei giorni scorsi la rimozione della cannabis dall’elenco delle sostanze stupefacenti da parte della CND, Commission on Narcotic Drugs dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’elenco risaliva addirittura al 1961, secondo delle regole stabilite da una convenzione dell’epoca.

La rimozione è avvenuta, in particolare, dalla Tabella IV, quella relativa alle sostanze ritenute a forte rischio di abuso ma senza particolari virtù terapeutiche.

Cosa accadrà ora? A ben guardare, se si va a fondo nei fatti, e senza lasciarsi prendere dalla spettacolarizzazione, purtroppo non cambia molto. Vediamo perché.

Non più stupefacente ad alto rischio di abuso, ma la cannabis resta classificata come droga

Leggendo dunque le raccomandazioni dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) all’Onu, si capisce che, pur essendo stata eliminata dalla Tabella IV (sostanza stupefacente ad alto rischio di abuso e senza valenza terapeutica) la cannabis resta nella Tabella I, che raccoglie le sostanze ritenute comunque stupefacenti, seppur ne siano state validate le proprietà terapeutiche.

Va chiarito, perciò, a differenza di quanto è stato fatto capire dai mass media, che non c’è stato nessun passo in avanti verso una possibile legalizzazione.

Le stime dell’Onu sull’utilizzo della cannabis

Nel più recente rapporto annuale che l’Onu ha stilato per monitorare l’utilizzo della cannabis in tutto il mondo, risalente al 2018, si parla di ben 192 milioni di persone che abbiano consumato prodotti a base di Thc e Cbd. Nel rapporto si legge dunque che il consumo di queste sostanze in tutto il mondo è in aumento”, in termini sia di numeri complessivi sia di percentuale della popolazione mondiale che fa uso di sostanze.

Nel 2009, i 210 milioni di consumatori stimati rappresentavano il 4,8 per cento della popolazione globale di età compresa tra 15 e 64 anni, contro i 269 milioni di stimati nel 2018, corrispondenti al 5,3 per cento della popolazione. Ecco che arrivare ad una possibile legalizzazione significherebbe sdoganare questi dati, e rendere un grosso favore anche alla nostra economia. Ma questo è solo un nostro parere.

Nuova legalizzazione della cannabis in diversi Stati Usa ed europei

Recente anche la notizia che poche settimane fa in Usa sono aumentati gli Stati che hanno legalizzato la cannabis. Con un referendum i cittadini hanno infatti detto sì alla canapa per uso ricreativo, e non solo terapeutico, in Arizona, New Jersey, Mississippi e South Dakota, arrivando in questo modo a 36 su 50 Stati in cui la legalizzazione è messa in pratica.

E la situazione in Europa? Nel nostro continente la cannabis con Thc viene consentita principalmente per uso terapeutico in Paesi come la Francia, l’Olanda, la Spagna, la Germania e la Repubblica Ceca. In Italia è invece consentito l’utilizzo della cannabis per alcune patologie cliniche, ma è assolutamente vietato coltivarla.

Con il risultato che per curarsi, alcune persone devono spendere molti soldi per far arrivare la cannabis dall’estero. Se si pensa che fino a qualche anno fa con la canapa si producevano tantissimi oggetti, e che attualmente sono più di 3 mila le aziende del settore incerte sul da farsi, possiamo solo concludere che il cammino è ancora in corso, ma urge trovare una soluzione.

Ciò non toglie, però, che i prodotti con Cbd e bassissima percentuale di Thc restino legali e acquistabili, anche dal nostro portale.

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