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Coltivazione della canapa: un rimedio sperimentale contro la contaminazione del terreno

Il problema del terreno contaminato da metalli pesanti potrebbe essere risolto con la coltivazione della canapa. Già: quella che a prima vista può sembrare una sciocchezza in realtà ha dei fondamenti scientifici, seppur ancora in fase di sperimentazione. Sembra incredibile ma è questa l’idea con cui infatti in diversi territori si sta cercando di limitare l’inquinamento da diossina.

Le coltivazioni devono però essere di canapa industriale, quella cioè con basso contenuto di THC e, di contro, con CBD in misura maggiore, e quindi legale come stabilisce la legge sulla canapa in Italia.

Intanto in questo libro puoi trovare un’esauriente guida su come coltivare la canapa e come curarla!

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Come funziona la depurazione da canapa

La coltivazione canapa potrebbe essere una delle possibili risposte alle leggi europee che saranno in futuro in vigore anche in Italia sull’impossibilità di coltivare terreni inquinati, anche in minime percentuali, da metalli pesanti.

La canapa industriale, in questo caso, almeno a quanto si è visto nelle prime sperimentazioni, funziona come una sorta di pompa che assorbe dal terreno le sostanze inquinanti e i metalli pesanti, stoccandoli poi nelle foglie e nel fusto. Un processo di purificazione del suolo in cui nulla va perduto che viene chiamato fitodepurazione”.

In altre parole la canapa apparterrebbe a quelle specie vegetali dette “escludenti” ovvero che riescono ad evitare l’effetto tossico di materiali pesanti. In questo modo eliminano il rischio di diffusione di queste sostanze nocive nella catena alimentare.

Va da sé che un processo come il “fitorisanamento” non può da solo risolvere il problema della diossina se non viene eliminata la fonte di inquinamento. La produzione di sostanze inquinanti è tutt’oggi troppo massiccia per poter davvero risolvere il problema.

La coltivazione della canapa come opportunità economica

Avviare una coltivazione di canapa sativa significa anche essere produttori di tutti i prodotti alimentari che da essa derivano. L’olio estratto dalla canapa, i semi e la farina possono essere usati ad esempio per preparare la pasta oppure dei dolci. A questo proposito nel nostro blog potrai trovare tantissime ricette su come utilizzare la canapa in cucina e più in generale sul cbd e come assumerlo.

La canapa inoltre oggi è usata nei più svariati modi. Uno dei più diffusi riguarda la produzione di tessuti e quindi la realizzazione di abiti ed accessori fatti con la canapa, ecosostenibili al 100%. Si può perfino produrre una particolare fibra che può essere usata come “inchiostro” per la stampante 3d.

Possedendo mille diversi utilizzi ed essendo legale, implementare la sua filiera potrebbe perciò creare numerose realtà economiche in grado di generare a loro volta dei posti di lavoro. Un doppio vantaggio che farebbe benissimo nello stesso tempo al lavoro e all’ambiente.

La storia della famiglia Fornero e dell’associazione Canapuglia

Un caso che poi è stato oggetto di dibattito e di una successiva sperimentazione per la coltivazione di canapa sativa è accaduto in Puglia, qualche anno fa. È il 2008 quando la famiglia Fornero, che da tre generazioni basa il proprio sostentamento sull’agricoltura e sull’allevamento, è costretta ad abbattere 600 pecore. Il motivo? La Regione Puglia riteneva, a ragione, che i capi di bestiame fossero contaminati dalla diossina.
A poche centinaia di metri da dove le pecore pascolavano sorge infatti l‘impianto siderurgico dell’Ilva di Taranto uno dei più grandi in Europa. È a questo punto che un’associazione culturale locale si interessa della questione.
Canapuglia (questo il suo nome) tra le altre cose si occupa della reintroduzione della coltivazione della canapa in Italia. In questo modo cerca di favorire la ricerca, gli investimenti e la regolamentazione del settore. Dall’incontro fra le due realtà è nato il progetto C.A.N.A.P.A. acronimo per Coltiviamo Azioni Per Nutrire Abitare Pulire l’Aria.
Il progetto (sostenuto anche dall’Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi e dal Centro di Ricerca per l’Agricoltura) può essere senz’altro definito pionieristico dal punto di vista della ricerca in Italia. Infatti è stato il primo volto a testare l’efficacia della coltivazione della canapa nel ripulire il territorio agricolo. Il primo anche ad essere limitrofo ad un grande polo siderurgico come quello tarantino dell’Ilva.
Il progetto mirava, nel giro di pochi anni, a circondare il polo siderurgico con una green belt (cintura verde) di canapa. L’idea era quella di coinvolgere le diverse aziende agricole vicine, i cui terreni sono nelle immediate vicinanze dell’Ilva di Taranto. Si tratta, ad ogni modo, del primo vero esperimento in Italia sulle potenzialità della canapa nel meccanismo del fitorisanamento, anche se nessuno ancora può dire se sarà efficace e se quei terreni potranno in futuro tornare ad essere coltivati o essere destinati ai pascoli. Ciò non toglie che la canapa sativa possieda delle caratteristiche di miglioramento del suolo e di fertilizzazione del terreno.

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