Cannabis. Una delle terapie valide contro il Covid.
Nella diretta di questa sera, martedì 8 febbraio alle ore 19,00, con il dr Domenico Battaglia esaminiamo alcuni studi scientifici che confermano che la canapa, potente pianta medicinale, è alleata della nostra salute anche contro il covid sia per curarlo che per prevenirlo.
Con noi anche il senatore Lello Ciampolillo che già dopo il primo studio dell’Università di Augusta in Georgia USA pubblicato a settembre 2020, in Parlamento avevo sostenuto che tra le terapie domiciliari e precoci efficaci ci fosse anche la cannabis.
Ti aspettiamo martedì 8 febbraio, alle ore 19
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Stasera parliamo di un argomento di attualità: il Covid, che ha messo in luce, tra le tante cose, come la dialettica scienza/politica sia di fondamentale importanza.
Per curare una malattia esistono sempre diversi rimedi, sia farmaceutici sia naturali, e questo vale anche per il Covid. Online ci sono diversi portali dedicati alle pubblicazioni scientifiche, dove si possono leggere i risultati dei test sull’efficacia si questi rimedi.
Ma è la politica a decidere se e quali di queste cure possono essere utilizzate da noi cittadini.
L’intuizione del senatore Ciampolillo
Il 26 febbraio 2020, quando non era ancora arrivato il lockdown ma già si parlava di Covid, il senatore Ciampolillo con una lettera pubblica al ministro Speranza aveva suggerito di valutare, tramite gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico e del Ministero della Salute, la possibilità di utilizzare i principi attivi del fiore di cannabis per curare gli effetti più gravi della malattia.
In quell’occasione si scatenò l’inferno contro il senatore: quasi tutte le testate mainstream pubblicarono la sua lettera e Salvini, giocando sull’equivoco di chi confonde le canne con la cannabis (che sono due cose diverse) e fece passare il messaggio che il senatore suggeriva di “farsi le canne” per curare il Covid.
Ovviamente si tratta di un’affermazione falsa e tendenziosa. Falsa perché i principi attivi della cannabis sono importanti per la nostra salute: il nostro corpo è dotato di un sistema endocannabinoide, che produce cannabinoidi endogeni che hanno la funzione di garantire l’equilibrio. I fitocannabinoidi sono compatibili con la struttura del nostro corpo: la cannabis non è una droga ma una pianta con proprietà terapeutiche.
Inoltre il CBD non ha effetti psicotropi: quella del senatore Ciampolillo è stata una proposta illuminata e i titoloni dei giornali che urlavano che volesse “curare il covid con le canne” sono solo stati capaci di usare frasi fatte e inesatte, con l’unico scopo politico di avversare un’idea che invece era valida.
A luglio 2020 però arriva il primo studio scientifico del Medical Collage dell’Augusta University in Georgia (USA), pubblicato su Pubmed che dice che i principi attivi della cannabis, in particolare il CBD, sono in grado di mitigare le conseguenze più gravi del virus, tra cui la tempesta citochinica. Il CBD funzionerebbe in questo senso perché è un immunomodulatore e un forte antinfiammatorio.
Questi primi studi proseguono poi anche in Canada, Korea del sud, Chicago. Così il senatore Ciampolillo ha presentato una sua mozione in aula dove chiedeva al governo di valutare la possibilità di sperimentare le cura con la cannabis, sulla base di questi studi scientifici precisi e pubblici. La sua intuizione si era rivelata esatta, ma purtroppo la mozione del senatore non viene neanche messa ai voti: viene dichiarata inammissibile, senza che vengano fornite altre spiegazione.
È il triste esempio di come le reali cure e alternativa al vaccino vengano insabbiate.
Covid-19 e cannabis: gli studi scientifici
Per quanto riguarda gli studi scientifici sull’utilizzo dei cannabinoidi nelle terapie contro il covid, i ricercatori non hanno fatto altro che documentare e misurare ciò che già si poteva prospettare e intuire (come ha fatto il senatore) se si conosce un minimo la pianta e il funzionamento del sistema endocannabinoide.
Quest’ultimo, infatti, collabora costantemente con altri due sistemi, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale: quando tutti e tre si coordinano, l’infiammazione, cioè tutto quel processo che rende molto attivo il sistema immunitario, si manifesta in modo più lieve.
Nel Covid il processo immunitario perde il controllo e si presenta la cosiddetta tempesta citochinica. Le citochine sono un sistema di dialogo che il nostro sistema immunitario usa per comunicare con le altre cellule e ottenere una controrisposta adeguata. Ma quando si ha la cascata di citochine, queste sono tantissime e il nostro organismo non riesce più a interpretarle e va in tilt. Si scatena così una reazione infiammatoria non controllabile né modulabile.
Il CBD, da potente immunomodulatore quale è, riduce il flusso di citochine e fa sì che si possa creare nell’organismo una reazione controllata e controllabile all’infiammazione scaturita dall’infezione da Sars-Cov 2.
Tutta quella politica che ha sbeffeggiato l’intuizione del senatore Ciampolillo dovrebbe sviluppare una coscienza critica. Le frasi che sono state dette contro le sue intuizioni hanno avuto il solo scopo di smontare una determinata situazione, cioè divulgare l’idea che ci sono cure alternative per il Covid e lo conferma il fatto che la mozione del senatore non è stata neanche ammessa a una valutazione. In questo modo non si lasciano tracce: i nostri politici vogliono che tutti si vaccinino, di modo da eliminare la popolazione di controllo. Se fossimo tutti vaccinati, infatti, non si potrebbe più parlare delle patologie che i non vaccinati non presenteranno a medio e lungo termine.
La situazione in Italia: cosa sta accadendo?
Dal punto di vista politico in Italia è in atto un attacco nei confronti della popolazione, si sta cercando di capire qual è il limite dei cittadini, fino a che punto li si può privare delle loro libertà. Al netto delle bufale che ogni giorno ci vengono raccontate dai media mainstream, su ciò che accade nel resto del mondo, l’Italia è al primo posto per quanto riguarda lockdown e restrizioni. Ma come si fa a credere a questa narrazione e a non capire che i lockdown e i Greenpass non sono uno strumento sanitario ma politico?
Per quanto riguarda la cannabis, l’Italia poi è il fanalino di coda per la produzione, non si incentiva l’uso dei cannabinoidi terapeutici. Questo perché anche se dal 2007 la cannabis può essere prescritta per scopi medici, noi non la autoproduciamo, nonostante ne avremmo la possibilità, ma la esportiamo da una terra molto meno adatta all’Italia alla coltivazione, ovvero Olanda!
Quindi, se anche la mozione del senatore Ciampolillo fosse passata, l’Italia comunque non avrebbe avuto le risorse per la produzione dei farmaci a base di cannabinoidi per curare la popolazione affetta da Covid. Il nostro paese sta attraversando una situazione gravissima: dice di voler prendersi cura dei suoi cittadini ma in realtà mette solo in atto misure politiche come limitare la forza lavoro del paese e ignora le evidenze scientifiche che propongono rimedi validi e alternativi. L’Italia è retrograda, o si prepara per fare uno slancio in avanti o affonderà nella stessa voragine che ora si sta creando.
Anche la “tachipirina e vigile attesa” non è una soluzione scientifica, perché un antipiretico come la tachipirina, che ha delle deboli attività antidolorifiche, non è neanche ideologicamente corretto metterlo a barriera dell’infezione virale. Tenere bassa la febbre non va bene, è come mettere una toppa sulla spia del carburante che si accende sulla macchina.
La febbre va abbassata se è alta, ma non è serve a niente farlo senza andare alla causa dell’infezione, perché lo stato infiammatorio sottostante, intanto, continua a serpeggiare. Ed è così che ci si trova con persone che con questa “cura” sono finite in rianimazione.
L’Italia è un paese che non vuole investire sulla salute, non si prende cura dei suoi cittadini, altrimenti avrebbe organizzato delle coltivazioni serie di cannabis, non solo quelle della Farmaceutica Militare. Noi abbiamo tanti acri che potrebbero farci diventare il maggior paese produttore di cannabis, non ci manca né la terra né il know how ma le scelte politiche che sono state fatte ci fanno rimanere indietro rispetto ad altri paesi.
È una situazione che a tratti sfiora il ridicolo, perché se è vero che a breve sarà possibile coltivare la cannabis medica a san marino, la importeremo da lì, sarebbe una situazione paradossale.
Ma come mai in Italia la cannabis terapeutica la può coltivare solo l’Istituto Farmaceutico Militare? È una scelta che è stata fatta dal governo in modo che nella mente delle persone rimanga fissa l’immagine di una pianta pericolosa, si alimenta questa narrazione distorta che purtroppo gira intorno alla cannabis dagli anni ’20 del secolo scorso.
Per la cannabis, a differenza di altri farmaci da banco che utilizziamo comunemente, non è stata individuata una dose letale. Bisognerebbe introdurre kg e kg di cannabinoidi in un brevissimo lasso di tempo per stare male, mentre con farmaci come Aspirina o paracetamolo bastano pochi grammi in più per provocare reazioni anche gravi.
Ma qual è allora il problema della cannabis? Il suo vero problema è che funziona ma non può essere brevettabile da case farmaceutiche, non ci si può lucrare sopra perché non è un singolo principio attivo ad essere efficace ma la pianta nel suo complesso.
Noi, intanto, ti consigliamo di lavorare sulla prevenzione: cura l’alimentazione, il tuo stile di vita e usa un olio di CBD al 20%, che può essere preventivo nei confronti di processi infiammatori.
In conclusione, gli studi scientifici hanno confermato la validità delle terapie con i cannabinoidi: non bisogna smettere di lottare perché prima o poi la verità verrà a galla, dobbiamo continuare a credere nelle nostre idee e riuscire a dimostrarle per dare alla nostra nazione un futuro migliore.
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