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L’impatto dello stile di vita sulla nostra salute psicofisica. Cosa dice la scienza

A causa dei ritmi frenetici che la nostra quotidianità ci impone, molti di noi hanno dimenticato cosa significa mantenere uno stile di vita sano. Ma portare avanti le cattive abitudini per un periodo di tempo prolungato causa inevitabilmente dei danni al nostro organismo.

A quel punto, si ricorre a farmaci di vario genere, come gli antidolorifici per esempio,per frenare il sintomo. Finché non ne compare un altro e il circolo vizioso ricomincia. Come è possibile ribaltare questa situazione e riprendere il pieno controllo sul nostro organismo e sulla nostra salute?

Alcuni pensano che sia sufficiente assumere integratori e farmaci “miracolosi” per stare meglio e raggiungere una situazione di equilibrio, ma in realtà la verità è un’altra e la scienza lo conferma. Per vivere a lungo e scongiurare il rischio di malattie cardiovascolari, tumori, diabete e infiammazioni agli organi è fondamentale avere una corretta alimentazione, dormire a sufficienza, fare movimento e dimenticare alcol e fumo.

Anche la salute psicologica non va dimenticata: la mente deve essere nutrita dei giusti pensieri per evitare che l’ansia e lo stress si accumulino e somatizzino in disturbi fisici, che andrebbero a indebolire l’organismo ulteriormente.

Prendere questa consapevolezza è scomodo, perché siamo purtroppo abituati ad abusare di alimenti raffinati e preconfezionati, la maggior parte di noi ha una vita perlopiù sedentaria e ci lasciamo andare a qualche vizio un po’ più spesso del dovuto.

Ma non è mai troppo tardi per cambiare rotta! Le malattie legate a uno stile di vita scorretto sono tra le più invalidanti e pericolose ed è quindi necessario creare delle nuove abitudini per incominciare a influenzare in modo positivo la nostra salute.

In questo articolo abbiamo preso in analisi alcuni studi scientifici portati avanti da ricercatori che collaborano con università di rilievo e che – dati alla mano – ci mostrano come la prevenzione sia nella maggior parte dei casi la miglior medicina.

Studio di ricercatori di Harvard pubblicato sul British Medical Journal (2020)

In questo studio del 2020 realizzato da un gruppo di ricercatori dell’università di Harvard (Boston, Stati Uniti) si evidenzia come uno stile di vita sano migliori in maniera significativa l’aspettativa di vita, riducendo il rischio di ammalarsi di patologie cardiovascolari, cancro e diabete di tipo 2.

L’obiettivo della ricerca è sottolineare la correlazione tra abitudini corrette e la minore incidenza delle principali malattie croniche. I ricercatori affermano che per avere uno stile di vita sano è necessario:

  • non fumare;
  • avere un indice di massa corporea compreso tra 18,5 e 24,9;
  • svolgere attività fisica (almeno 30 minuti al giorno);
  • fare un utilizzo moderato di alcol (donne: 5-15 g/giorno; uomini 5-30 g/giorno);
  • avere una dieta equilibrata

Si tratta di elementi modificabili, che influiscono sia sull’aspettativa di vita totale sia sull’incidenza delle malattie croniche.

Lo studio è stato condotto su un campione di dati forniti dal Sistema Sanitario e raccolti a partire dal 1980 con dei successivi follow up biennali, che hanno tenuto conto di elementi importanti come l’utilizzo di particolari farmaci o multivitaminici e la storia familiare del singolo individuo.

Dalle informazioni raccolte si evidenzia come il fumo, l’inattività, la scarsa qualità della dieta e il forte consumo di alcol contribuiscono fino al 60% dei decessi prematuri e l’aspettativa di vita può calare fino a 17 anni.

Studio di ricercatori dell’università di Cambridge pubblicato sulla rivista scientifica Psychiatria Danubina (2019)

Lo stile di vita non incide soltanto su malattie croniche e invalidanti legate al fisico ma anche sulla salute psicologica di ogni individuo. Nonostante non se ne comprendessero le basi scientifiche, già nell’antichità i medici raccomandavano l’adozione di una buona dieta e di un moderato esercizio fisico per gestire vari disturbi fisici e psicologici.

In questo breve articolo realizzato da ricercatori dell’Università di Cambridge si esamina il ruolo di alcuni fattori correlati allo stile di vita nello sviluppo di molte patologie non solo fisiche ma anche psicologiche, con un particolare focus su cibo, dieta ed esercizio fisico.

Gli studiosi prendono in analisi anche un altro elemento interessante, ovvero il valore delle interazioni sociali, che in linea generale hanno un impatto positivo sulla salute mentale. Tuttavia si tratta di un fattore che va analizzato più in profondità, perché in particolari gruppi le relazioni sociali potrebbero essere causa di stress, ansia o addirittura sintomi psichiatrici più gravi.

L’idea che tutti, a prescindere dal proprio background, beneficino delle interazioni sociali online e offline è molto semplicistica. Proprio per questo occorre tenere ben presente il fattore “relazioni” quando si parla di stile di vita sano e fornire agli individui gli strumenti necessari per gestire situazioni sociali che provocano in loro una sintomatologia a livello psicologico.

Quindi per apportare delle modifiche efficaci allo stile di vita è necessario tenere conto anche delle esigenze psicologiche e dell’unicità delle singole persone. Infine, lo studio sottolinea come sia importante sforzarsi per eliminare tutte le cattive abitudini e non soltanto qualcuna, perché si tratta di fattori che agiscono in sinergia.

Stile di vita e fattori di rischio: ulteriori studi

Oltre a questi due studi più generali, ce ne sono altri più specifici che prendono in considerazione determinate abitudini e ne evidenziano la correlazione con l’insorgenza di patologie. Vediamone insieme alcuni.

Un gruppo di ricercatori francesi ha realizzato una ricerca per valutare le possibili correlazioni tra un eccessivo consumo di carne rossa e carni lavorate e il tumore alla prostata e al seno. La carne rossa era già stata annoverata dall’OMS come un alimento che favorisce il cancro al colon e al retto, ma non erano ancora state fatte ricerche per altre tipologie di tumori. Lo studio è stato pubblicato nel 2018 sull’International Journal of Cancer.

Una riflessione interessante è stata condotta anche da alcuni ricercatori dell’Università del Minnesota (Usa) che hanno evidenziato come il fumo di sigaretta, oltre ai molteplici danni che già conosciamo, causa anche un peggioramento della qualità del sonno. Questo, a sua volta, è associato a una maggiore dipendenza di nicotina.

Sui partecipanti allo studio si è notato che aumentare l’attività fisica quotidiana permetteva di rompere il circolo vizioso “nicotina-sonno scarso-maggiore desiderio” di nicotina. Fare sport, infatti, contribuisce sia a diminuire il desiderio di nicotina sia ad aumentare la qualità del sonno. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Addictive Behaviors nel 2019.

Infine, è molto interessante l’intuizione avuta da due ricercatori Australiani dell’Università di Perth e di Melbourne. Interrogandosi sull’aumento di forme allergiche e asmatiche negli ultimi 50 anni all’interno delle società occidentali, hanno scoperto una correlazione tra queste problematiche e il consumo di cibi altamente processati, il cosiddetto “fastfood”.

I ricercatori hanno trovato numerose evidenze nella letteratura scientifica che legano il consumo di fast food e l’insorgenza di asma e reazioni allergiche (eczemi, riniti ecc.). Ciò accade perché i cibi processati ricchi di sale, zuccheri e poveri di fibre hanno un effetto pro-infiammatorio che va ad intaccare anche le vie respiratorie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Respirology nel 2018.

Conclusioni

L’obiettivo di questo approfondimento è diffondere la consapevolezza che la prevenzione è uno stile di vita. Non è mai troppo tardi per cambiare le abitudini ed è possibile iniziare in qualsiasi momento, partendo dalla tavola, per esempio.

Mantenere un corretto stile di vita è l’unico strumento che abbiamo a nostra disposizione per riuscire a vivere meglio e più a lungo. È fondamentale non dimenticarlo e cercare ogni giorno di adottare comportamenti consapevoli, dando così vita ad abitudini più salutari e sostenibili nel tempo.

Bibliografia

Studio di ricercatori di Harvard pubblicato sul British Medical Journal (2020)

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7190036/

Studio di ricercatori dell’università di Cambridge pubblicato sulla rivista scientifica Psychiatria Danubina (2019)

https://www.psychiatria-danubina.com/UserDocsImages/pdf/dnb_vol31_noSuppl%203/dnb_vol31_noSuppl%203_217.pdf

Studio di ricercatori dell’università di Toulouse e Bobigny (Francia) pubblicato sull’International Journal of Cancer (2018)

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ijc.31046

Studio di ricercatori statunitensi pubblicato sulla rivista Addictive Behaviors (2019)

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6324958/

Studio di ricercatori australiani pubblicato sulla rivista Respirology (2018)

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/resp.13376

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