Canapa, coltivazione indoor. Come iniziare
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Canapa, coltivazione indoor. Come iniziare.
È possibile coltivare la canapa anche in ambiente chiuso. Filippo Vona, consulente agronomico per la coltivazione di cannabis, nella diretta di questa sera, spiega tecniche, tattiche e strategie per ottenere i migliori risultati.
Diretta martedì, 7 dicembre, alle ore 18,30.
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Coltivazione indoor
Filippo è nel settore della canapa dal 2003, è co-fondatore della rivista Dolce Vita,oltre che fondatore e presidente di diverse associazioni di categoria, come Cannabis Infopoint. Oggi è consulente agronomico per la canapa legale e titolare di tre importanti negozi di canapa light a Roma “Grow Shop Italia”.
Coltivazione indoor: cos’è, come si pratica e come funziona
Dall’approvazione legge 242 del 2016, in Italia è possibile coltivare canapa legale, purché rientri tra le 50 varietà a catalogo europeo e abbia un contenuto < 0,6% di THC. Sono così nate tantissime attività, in molti si sono buttati sul mercato ed è esplosa la coltivazione sia indoor sia outdoor.
A livello amatoriale, si può coltivare indoor in piccole grow room ma le piante crescono ovunque, anche dentro armadietti, scatole, case di computer.
Per quanto riguarda, invece, gli agricoltori a Partita Iva, la scelta del luogo di coltivazione influenza molto i consumi e il profitto, perché in Italia il costo del Kw/ora è molto alto. Chi ha una coltivazione indoor per uso commerciale sa bene che, purtroppo, circa 1/3 del profitto se ne va in spese di corrente. Dunque chi ha la possibilità per investire, lo fa in pannelli solari. Altrimenti, è possibile coltivare anche in serra: la serra è un indoor ibrida ma non tutte le serre sono adatte per la canapa.
La serra ibrida è uno spazio di coltivazione dove la luce solare viene implementata dalle lampade e quindi è possibile coltivare 12 mesi l’anno. È la serra più tecnologica al momento, ma ha dei costi abbastanza sostenuti. Coltivare indoor significa avere un posto sempre ben isolato termicamente e anche la pulizia e la salubrità dell’ambiente sono fondamentali.
Parlando, invece, degli spazi è sempre meglio modulare, non andare oltre i 100 mq, piuttosto fare tanti ambienti di questa grandezza ma divisi. Questo perché bisogna fare dei ricambi d’aria frequenti e su grandi volumi non è semplice, ci vogliono degli estrattori molto grandi per integrare la Co2 che è necessaria alla fotosintesi. Quindi oltre i 100 mq è assolutamente difficile da gestire uno spazio di coltivazione.
Preparare il set up: costruzione di un delicato equilibrio
I tre fattori fondamentali per la coltivazione delle piante sono:
- luce;
- aria;
- temperatura.
Nessuno deve prevalere sugli altri e per mantenere questo equilibrio c’è bisogno di strumenti industriali quali:
- estrattore industriale di grande portata;
- inverter per il riciclo l’aria.
L’investimento più grosso riguarda proprio per questo tipo di automazione. L’inverter permette di climatizzare l’ambiente riciclando l’aria, sono delle centraline del clima. Sono macchine un po’ costose ma ci permettono di spendere meno in aria condizionata.
Le temperature ideali per le piante sono tra i 20 e i 26 gradi, mentre l’umidità perfetta è del 70% nelle fasi iniziali, per scendere poi al 50% verso la fioritura, perché in questo periodo è maggiore il rischio di muffe e quindi è bene abbassare l’umidità.
Per la luce, è fondamentale l’acquisto di lampade efficienti. Una volta si usavano lampade hps, che hanno un consumo elevato e scaldano molto l’ambiente molto. Poi si è passati alle lampade cmh, sempre ad incandescenza e con una colorazione vicino al bianco e blu (la migliore, perché è la più simile alla luce del sole e favorisce così la fotosintesi). Infine, sono arrivati importanti passi avanti nell’illuminazione a led: questo tipo di luci oggi ci garantiscono un’efficienza importante.
Oltre a utilizzare dei filtri, per evitare la concentrazione dell’odore si può mantenere la grow room in una leggera depressione.
Coltivazione indoor: il terreno
Terra e acqua sono le due componenti da cui prende nutrimento la pianta. Il terreno ideale è quello dove c’è un equilibrio tra sostanze nutritive, e tra batteri simbionti e tricoderma.
L’attività microbiotica che c’è nel terreno ha un’importanza fondamentale per le piante, più di qualunque tipo di fertilizzante miracoloso.
Alla cannabis piace un terreno molto torboso ma anche drenanate, quindi la sabbia, il pomice o il lapillo non devono mancare. Oggi va forte anche l’utilizzo di fibra di cocco. Essenziali anche l’hummus e fertilizzanti NPK. (potassio, azoto e fosforo).
L’80-90% dei coltivatori professionisti di canapa l’anno dopo aver incominciato smette perché è difficile venderla tutta, c’è tanta concorrenza. Chi ha la fortuna di riuscire a trovare la strada giusta per vendere il suo prodotto, negli anni successivi sposta la produzione dai terreni ai vasi. Come mai? Questo perché la coltivazione in vaso offre numerosi vantaggi, tra cui:
- nel vaso si ha il controllo della situazione;
- sai con certezza quali sono i nutrienti che la pianta assume;
- si è al riparo da attività fungine e muffe;
- si spreca meno acqua;
- eventuali malattie di una pianta non contaminano le altre.
Coltivare in vaso è quindi una tecnica per massimizzare la resa, dato che il 60% dei terreni è afflito da sclerotinia o phityum (funghi).
Tutte queste accortezze sono ovviamente valide per gli agricoltori professionisti, che desiderano commercializzare la canapa, mentre i coltivatori amatoriali possono avere soddisfazioni creando delle aree di coltivazione in spazi piccoli, senza inverter o altre apparecchiature particolari.
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