Canapa. Leggi e proposte in Parlamento. A che punto siamo?
Facciamo il punto della situazione sulla normativa nel mondo della canapa. Cosa si può o non si può fare oggi. Ma soprattutto su cosa si discute in Parlamento?
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Canapa: leggi e proposte in Parlamento. A che punto siamo?
Facciamo il punto della situazione sulla normativa nel mondo della canapa. Cosa si può o non si può fare oggi. Ma soprattutto su cosa si discute in Parlamento?
Il Senatore Lello Ciampolillo è un profondo conoscitore della canapa e ha recentemente proposto in Parlamento tre disegni di legge per la legalizzazione della coltivazione e dell’utilizzo di questa pianta.
Lello Ciampolillo si è avvicinato alla cannabis quando era già abbastanza grande, nel 2009 ad Amsterdam. Ci si è approcciato senza troppi pregiudizi, nonostante la retorica spingesse a far credere che la cannabis non solo fosse una sostanza pericolosa, ma anche assunta principalmente da “sfigati”.
Dopo aver compreso quali fossero in realtà le virtù di questa pianta e di come fossero sconosciute all’opinione pubblica in Italia, decide di dedicarsi alla divulgazione. Le potenzialità della canapa, se ben raccontate, possono essere davvero sfruttate da tutti: perché non è vero che è pericolosa, non è vero che uccide, non è vero che rovina i giovani. Al contrario, serve a curare moltissime malattie e non a caso si vende in farmacia.
Con i cannabinoidi si possono risolvere problematiche di salute e alleviare i sintomi di numerose malattie come la sclerosi multipla, la pressione alta, la fibriomialgia, il diabete e l’ipertensione.
Infine, non bisogna dimenticare che la cannabis è una pianta millenaria, che cresce spontaneamente in natura: come si può vietare di coltivarla? Purtroppo in Italia c’è ancora una legge che non lo permette, neanche se per uso personale medico.
Perché questa pianta è stata boicottata e continua a esserlo?
A causa degli interessi economici e di una narrazione menzognera, gli infiniti benefici di questa pianta sono stati tenuti nascosti all’opinione pubblica – se non addirittura negati, a partire da inizio ‘900.
La canapa è una pianta che necessita di pochissime cure e ha un basso costo: per questo sarebbe ideale che ognuno potesse coltivarla e sfruttarla per scopi terapeutici, ma anche religiosi o ricreativi. Tuttavia la legge non lo permette, perché andrebbe contro gli interessi delle case farmaceutiche.
Fortunatamente questa situazione sta iniziando a cambiare, soprattutto fuori dall’Italia, come in Svizzera. Lì stanno regolamentando l’utilizzo della canapa medica e i maggiorenni possono trasportare fino a 10 gr di cannabis con sé per utilizzo personale.
In Italia c’è ancora un forte proibizionismo sull’uso della cannabis, ma in realtà è palese che si tratti di una costruzione tenuta in piedi da una certa legislatura… perché la cannabis non ha mai causato morti, mentre altre sostanze ben più pericolose (come alcol e tabacco), che circolano liberamente, sì.
Ma qual è il motivo dietro questa recita in politica?
La destra lo fa per il consenso elettorale che il proibizionismo sulla canapa crea su certi elettori. Poi c’è la sinistra, che finge di essere a favore della legalizzazione ma in realtà, a causa dei legami con le cause farmaceutiche, non ha nessun interesse a sostenere la battaglia per la legalizzazione.
Gli antiproibizionisti sono convinti che la sinistra prima o poi legalizzerà la cannabis, ma in realtà non accadrà, perché ad oggi in parlamento non c’è un partito favorevole. Ci sono dei singoli parlamentari che lo sono, ma purtroppo possono fare poco.
Il referendum per la legalizzazione, a cosa è servito realmente?
Attualmente alla Camera dei Deputati si sta discutendo di un disegno di legge che dovrebbe dare una forma legale alla cannabis e alla sua coltivazione. A un certo punto si sono inventati che il testo per la legalizzazione era stato approvato, ma poi è nata subito l’idea di fare un referendum e raccogliere firme. Per quale motivo?
Il referendum in questo caso è stato strumentale, è servito a ostacolare il passaggio della legge. In condizioni normali, il referendum andrebbe utilizzato quando non c’è una maggioranza in parlamento e allora per far passare la legge è necessario cercare al di fuori del parlamento quella maggioranza.
Nel caso della canapa però si è subito parlato di referendum, per evitare di portare a termine l’iter legislativo e mettere con le spalle al muro i parlamentari delle varie commissioni. Così facendo, infatti, sarebbe emerso che in realtà nessuno al netto delle chiacchiere è a favore della legalizzazione della canapa. Il referendum è uno strumento che va usato bene e non mentre si fa una legge. Andrebbe utilizzato soltanto dopo aver fatto esprimere i parlamentari. In questo caso, invece, lo si è fatto per far salvare la faccia al Partito Democratico che non si è proprio espresso sulla legge.
Di tutto ciò però gli antiproibizionisti non si sono resi conto, hanno festeggiato la raccolta firme per il referendum senza accorgersi che è stata soltanto una trovata per affossare la legge.
La vicenda della legalizzazione della cannabis, dunque, è ancora tutta in salita perché non c’è da parte dei sostenitori una strategia. Ma così diventa difficile ottenere dei risultati, sono passati anni e ancora non si sono fatti dei passi in avanti. L’entusiasmo degli antiproibizionisti verso il referendum è fuori luogo, perché è uno strumento che non risolverà nulla.
Purtroppo a volte si ha un po’ la propensione a farci prendere in giro, quando invece si potrebbe benissimo capire sotto quali tappeti viene nascosta la polvere e quali sono le dinamiche dietro certe situazioni. Invece per ora è ancora tutto bloccato, anche l’iter della legge sulla canapa light.
La televisione purtroppo non aiuta nell’informare correttamente l’opinione pubblica, molti legano ancora la canapa a una cultura dello sballo. Per questo è fondamentale spegnere la televisione e informarci realmente, ascoltando anche le associazioni pro canapa.
Legalizzazione della cannabis: alcune proposte di legge del Senatore Ciampolillo
Il fatto che in Italia sia illegale coltivare la canapa per utilizzo personale rende inoltre difficile la vita a molti malati, che spesso in farmacia non trovano la cannabis né nelle quantità né della qualità a loro necessaria. Ciampolillo ha proposto un disegno di legge che prevede la legalizzazione della coltivazione di quattro piante di canapa per chi è malato. In farmacia, infatti, sono vendute soltanto tre tipologie di cannabis e non sempre sono quelle che funzionano al meglio per chi ne deve fare uso. Proprio per questo, secondo Ciampolillo, il malato ha diritto a coltivarsi la pianta che preferisce e utilizzarla.
Un altro disegno di legge proposto da Ciampolillo prevede la liberalizzazione della coltivazione delle piante per tutte le persone dai 18 anni in su, perché tutti i maggiorenni dovrebbero potere usufruire delle proprietà della cannabis. Ma purtroppo nessuna delle proposte è andata in porto.
Il senatore, per cercare di fare dei passi in avanti, ha richiesto addirittura in aula di votare la richiesta di calendarizzazione urgente del disegno di legge del Movimento 5 Stelle per la legalizzazione, nonostante lui non ne facesse già più parte. Ma tutti i partiti, sia di destra sia di sinistra, compreso il M5S, hanno votato contro. Siamo quindi di fronte a una situazione paradossale, piena di ipocrisia. C’è un parlamento di attori e dall’altra parte persone antiproibizioniste che però continuano a credere ai partiti di sinistra, nonostante ormai sia palese che non è questa la strada giusta da percorrere per portare avanti una battaglia.
Ad esempio, anziché esultare per il referendum si sarebbe dovuto fare pressing sulla commissione parlamentare, soprattutto sui parlamentari che gli antiproibizionisti vedono come gli unici che possono far cambiare le cose. È necessario un cambio di strategia, pensando anche ai malati che non possono neanche protestare e dovrebbero invece essere tutelati.
Gli effetti dei cannabinoidi sul nostro organismo
La cannabis non è una droga ma una pianta officinale che contiene più di 80 cannabinoidi. Nel 1999 è stato scoperto il sistema cannabinoide endogeno, cioè un sistema che nel nostro corpo produce quotidianamente dei cannabinoidi, di cui noi abbiamo bisogno. Le malattie compaiono proprio quando il livello di endocannabinoidi scende, ma grazie alla canapa possono essere integrati. THC e CBD altro non sono che cannabinoidi contenuti nelle infiorescenze della pianta e combaciano con le sostanze che produce il nostro corpo.
I mass media sono sempre pronti a descrivere la canapa solo in termini di droga psicotropa, ma questo non corrisponde al vero! Oggi però le informazioni sono reperibili per tutti grazie al web ed è quindi nostro dovere informarci e creare intorno a noi consapevolezza.
Il futuro della cannabis: il lungo percorso verso la legalizzazione
Non possiamo continuare ad aspettare i partiti di sinistra per farci strada verso la legalizzazione, sarebbe tempo perso ad aspettare. È il popolo che con il suo potere immenso dovrebbe riuscire ad andare avanti a gamba tesa, va cambiata la strategia di azione. Non bisogna continuare a stare dietro a partiti che nel concreto non fanno nulla.
Per riuscire a coinvolgere l’opinione pubblica in questa battaglia, ci si deve radunare all’aperto, fare informazione per cercare di creare consapevolezza nelle persone che sono state manipolate. Purtroppo è difficile perché per 120 anni l’informazione ha remato contro la canapa, ha fatto di tutto per demonizzarla in tutto il mondo e si è continuato a parlerne in questi termini perché è una pianta poco costosa che cresce un po’ ovunque e ostacolerebbe gli interessi economici di molti settori.
Un esempio recente riguarda Salvini e Renzi, che nel febbraio 2020 hanno accusato il senatore Ciampolillo di aver affermato che il Covid-19 di potesse curare “con le canne”. In realtà, il senatore aveva soltanto suggerito di valutare l’utilizzo dei principi attivi dei cannabinoidi per modulare gli effetti del virus. Sui social si sono scatenati contro il senatore, che però ci aveva visto giusto: nei mesi successivi è infatti uscito uno studio dell’Università della Georgia, in cui si dice che l’utilizzo del CBD può rivelarsi efficace nella lotta al Covid-19.
Gli studi hanno dimostrato che il CBD, essendo un potente antinfiammatorio e immunomodulatore, riduce la tempesta di citochine, una risposta del sistema immunitario al virus. Quindi il suggerimento del senatore era azzeccato, ma una certa politica non ha perso l’occasione di mettere in cattiva luce un utilizzo positivo della cannabis.
Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per cambiare questa situazione? Innanzitutto è fondamentale sostenere le realtà che fanno informazione, continuare a informarsi e informare. Piano piano, le cose possono cambiare: da due anni a questa parte, con la commercializzazione della cannabis legale, sono aumentate le aziende che producono olio e cristalli a base di CBD con una percentuale di THC nei limiti di legge. Si spera che anche grazie a questa libera commercializzazione della cannabis legale, con il tempo, l’immagine della canapa come pianta drogante e con effetti psicotropi passi sempre più in secondo piano.
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