I terpeni: una preziosa risorsa per il trattamento dell’ansia e dei disturbi dell’umore
Secondo l’OMS, il numero di persone che soffrono di depressione è aumentato del 20% negli ultimi dieci anni. La sintomatologia correlata a questo disturbo dell’umore è molto ampia e spesso impedisce a chi ne soffre di svolgere le normali azioni quotidiane. La depressione ha quindi un forte impatto sulla società e, se non trattata adeguatamente, può mettere in pericolo la vita del paziente. Anche i disturbi d’ansia sono sempre più diffusi e non è raro che coesistano con altre patologie, fisiche e mentali, come la depressione, il disturbo bipolare o il disturbo ossessivo-compulsivo.
In tutti questi casi è importantissimo cercare il prima possibile supporto e cure. Tuttavia, numerosi pazienti sono risultati resistenti al trattamento farmacologico: i farmaci odierni tendono ad alleviare i sintomi ma il tasso di remissione di queste malattie è purtroppo molto basso. Vanno inoltre considerati gli effetti collaterali, che in molti casi sono debilitanti.
Partendo da questi presupposti, la ricerca scientifica si sta muovendo verso nuovi approcci farmacologici, sia per evitare effetti collaterali così pesanti sia per aiutare le persone che non rispondono ai trattamenti attualmente disponibili. Studi recenti hanno dimostrato che i fitocannabinoidi, prodotti da alcune varietà di cannabis sativa, hanno il potenziale per alleviare l’ansia e altri disturbi mentali.
Noi abbiamo deciso di approfondire questo argomento, riprendendo l’analisi fatta da un gruppo di ricercatori israeliani e presentata in un articolo pubblicato su PubMed, in cui emerge la possibilità di migliorare l’attività dei fitocannabinoidi sui sintomi psichiatrici mediante l’aggiunta di terpeni.
Ma che cosa sono i terpeni? E in che modo possono migliorare gli effetti dei cannabinoidi più conosciuti? Scopriamolo insieme.
I fitocannabinoidi per la cura di ansia e depressione
La cannabis sativa produce centinaia di composti diversi, tra cui circa 150 fitocannabinoidi. I più studiati sono il Δ9-tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD): la ricerca ha dimostrato che i fitocannabinoidi imitano l’attività degli endocannabinoidi (ovvero i cannabinoidi prodotti dal nostro corpo) e si legano ai recettori del sistema endocannabinoide, il recettore CB1 e il recettore CB2.
È ormai stato accertato che il sistema endocannabinoide ha un ruolo in molteplici processi biologici e potrebbe essere quindi un potenziale bersaglio anche per il trattamento di alcuni disturbi psichiatrici. Per questo motivo si è iniziato a studiare come l’integrazione con fitocannabinoidi possa migliorare la condizione di chi soffre di ansia e depressione.
In particolare, molti studi preclinici su modelli animali mostrano come il CBD abbia degli effetti simili a quelli degli antidepressivi: il trattamento prolungato con 15 mg/kg di CBD ha aumentato i livelli di BDNF nell’amigdala del ratto. Il BDNF (sigla che sta per “fattore neutrofico derivato dal cervello) è un neuropeptide che svolge un ruolo importante nella depressione: a livelli più alti di BDNF sono stati infatti associati un aumento del tono dell’umore, della memoria e una maggiore produttività.
Terpeni: cosa sono e perché sono importanti
I terpeni sono sostanze chimiche di origine vegetale presenti all’interno delle infiorescenze della cannabis. Diversi studi hanno evidenziato come questi elementi siano in grado di rafforzare l’effetto ansiolitico dei cannabinoidi.
Si tratta di un’importante classe di composti organici prodotti dalla cannabis, che conferiscono alla pianta il suo caratteristico aroma. Ogni tipologia di canapa ha uno specifico profilo terpenoide, che si differenzia a livello qualitativo e quantitativo. Oltre alla cannabis, anche altre piante con infiorescenze contengono terpeni.
Queste sostanze possiedono alcune proprietà terapeutiche, sia se utilizzate da sole ma soprattutto se assunte in combinazione con altri fitocannabinoidi, perché ne migliorano le proprietà benefiche. Per questo è importante che i trattamenti a base di cannabis per i disturbi dell’umore sfruttino l’intera infiorescenza della cannabis e non un singolo composto. All’interno dell’infiorescenza c’è infatti un ambiente in cui, oltre ai cannabinoidi (che rappresentano dall’8 al 20% del contenuto), vede la presenza anche di centinaia di milligrammi di terpeni.
Ad oggi, sono conosciuti circa 400 terpeni presenti nella cannabis, ma solo pochi di questi sono stati effettivamente studiati. La ricerca andrebbe approfondita, perché i risultati a cui si è giunti fino ad ora dimostrano che questi composti hanno un grande potenziale nell’alleviare i sintomi correlati ad ansia e depressione.
Nell’articolo scientifico che abbiamo preso come riferimento, vengono citati due esperimenti che lo dimostrano.
- È stato utilizzato l’olio essenziale di propoli, che contiene diversi terpeni, su topi stressati. Questo ha portato a un miglioramento significativo del comportamento ansioso degli animali.
- In uno studio in doppio cieco, hanno partecipato 539 adulti con Disturbo d’Ansia Generalizzato e hanno ricevuto 160 o 80 mg di Silexan (un olio essenziale), 20 mg di paroxetina (un antidepressivo) o placebo una volta al giorno per 10 settimane. L’olio essenziale ha prodotto più effetti ansiolitici rispetto alla paroxetina.
Questi studi supportano la tesi secondo cui i terpeni aiutano il contenimento degli effetti dell’ansia. I ricercatori affermano che integrandoli nelle cure, si potrebbe diminuire il consumo di farmaci come le benzodiazepine, che creano una forte dipendenza.
Uno sguardo al futuro: come l’effetto entourage può intervenire nelle cure
Quando le proprietà dei fitocannabinoidi vengono potenziate dal contributo positivo dai terpeni si parla di “effetto entourage”. Più nello specifico, con questa espressione si intende che la totalità dell’effetto dei composti combinati è maggiore della somma degli effetti dei singoli composti.
L’effetto entourage è stato studiato per la prima volta da Raphael Mechoulam e Shimon Ben-Shabat. Un altro studioso, Ethan Russo, fu invece il primo di parlare di sinergia botanica, osservando come un estratto vegetale nella sua interezza ha effetti superiori rispetto al cannabinoide purificato. La sinergia la si ritrova sia nell’azione combinata di diversi cannabinoidi (e in questo caso si parla di sinergia intra-entourage), oppure di cannabinoidi e terpeni (sinergia inter-entourage).
Gli studi condotti mostrano che la combinazione di terpeni e cannabinoidi è in grado di aumentare gli effetti ansiolitici e di stabilizzazione dell’umore dei due principali cannabinoidi, THC e CBD. Si tratta però di un concetto relativamente nuovo, su cui la ricerca scientifica dovrebbe focalizzare ancora la sua attenzione. Questo perché la combinazione innovativa di cannabinoidi e terpeni potrebbe rappresentare una svolta importante nel trattamento dei disturbi dell’umore, soprattutto per i pazienti che non rispondono bene ai farmaci tradizionali o soffrono per i loro effetti collaterali.
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